Regia

Nanni Moretti – 2015 – Italia, Francia, Germania – 106 min.

Il trailer

La trama

Margherita è una regista di successo in crisi creativa che deve affrontare alcune difficoltà anche nella vita privata, la malattia della madre e un rapporto che sta finendo. Accanto a lei il fratello interpretato da Nanni Moretti.


Chiacchierando a cena con una mia amica psicoanalista di scuola Adleriana ho scoperto che molte persone con cui avevamo parlato, dopo aver visto l’ultimo film di Moretti, avevano avuto reazioni molto diverse. Qualcuno lo aveva trovato un po’ insipido, qualcun altro banale e altri ancora sotto tono e poco significativo.
Che strano, ci siamo detti, a noi due era piaciuto moltissimo, ci era sembrato delicato, autentico, dolcissimo.
Ci era sembrato un percorso di cambiamento, certo non urlato o espressionista, ma proprio per questo molto intimo, una crescita progressiva, un avvicinamento alla madre morente che aiuta a crescere, a capire e in definitiva a diventare adulti e più umani, anche in diverse direzioni. E poi chi lo dice che i cambiamenti devono essere per forza strepitanti e clamorosi?
Un film morbido, direi, e forse proprio per questo profondo e pacificatore. Proprio il contrario di “Sussurri e grida” di Bergman, sia per lo stile che per il contenuto: per Moretti la malattia e la morte sembrano una grande occasione per capire la vita e condividerla con gli altri.
La mia amica ne aveva parlato in modo così circostanziato, quella sera, che le ho chiesto se me ne faceva una recensione per il nostro Sito, e allora eccola qui.

Giorgio Piccinino

La recensione del film

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