La recensione di Berne Counseling

Il film è stato elogiato – giustamente, a mio parere – per l’accuratezza della regia e per l’eccezionale recitazione di Charlotte Rampling e di Tom Courtenay. Qui me ne occupo da un altro punto di vista: per quel che dice sulla relazione tra le persone e sul modo di gestire la propria vita.
Due parole sulla trama: una casa nella campagna inglese, due anziani coniugi senza figli, lei (Kate) ogni mattina porta il suo bel cane lupo a far una passeggiata nei campi. Tra cinque giorni festeggeranno i 45 anni di matrimonio. Un mattino, il marito (Geoff) legge una lettera che viene dalla Svizzera (mi cerchi il dizionario tedesco? le chiede lui ). Un ghiacciaio ha portato alla luce, intatto, il corpo di una giovane donna. Risulta essere l’allora fidanzata di lui (allora vuol dire il 1962), precipitata in un crepaccio durante un’escursione.
Da quel momento, nella vita apparentemente perfetta della coppia si insinua una crepa. Questa storia che risale a prima dell’incontro tra i due non è un segreto, è nota anche a Kate. Ma ora Geoff vorrebbe fare un viaggio in Svizzera, rivedere la salma. Perché? Si chiede – e gli chiede la moglie. Non è una storia chiusa nel passato? Forse,allora, non così chiusa?
Il marito conserva una foto della sua fidanzata di allora. In una sequenza –che non ha più toni idilliaci, ma drammatici – la moglie vuole vedere la foto. Da quel momento il bisogno di vedere, e non solo di sapere, si fa più forte. Un giorno in cui il marito è in città, lei si arrampica fino al solaio e trova in una valigia le diapositive di quell’escursione tra le Alpi svizzere. E qui emerge una cosa mai detta: la fidanzata di Geoff era incinta.
Lascio a chi vorrà vedere il film il seguito delle sequenze, ora centrate sulla solitaria meditazione di lei, ora sul confronto sempre più duro tra i due coniugi. Sono stata veramente importante per te, o sono stata un ripiego dopo una storia d’amore finita tragicamente?
Nel finale del film il festeggiamento dei 45 anni effettivamente si fa, il marito pronuncia un discorso sincero, per nulla retorico, e si commuove fino al pianto (cosa per lui quasi inaccessibile). Poi la coppia apre le danze, tutto sembra bello, ma nello sciogliere la propria mano da quella del marito lei la lascia cadere in un modo così eloquente che sembra dire: in realtà non c’è più nulla.
Esiste una storia “vera”, o tutto dipende dal modo in cui la leggiamo? In questa prospettiva il film ha una grande forza nel ricordarci come la nostra “lettura” ci guida a dare un senso piuttosto che un altro alla nostra vitan- e quindi anche a quella di chi ci sta più vicino. Ma nella soggettività delle letture possibili un fatto emerge, con una sua solidità: raccontando la storia della morte della fidanzata, il marito ha sempre taciuto che la donna aspettava un figlio. E da questo punto di vista il film potrebbe essere la storia della potenza distruttiva del “segreto” nella relazione tra le persone.

(Fabio Ricardi)


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