
Incontro del 1° aprile 2014
Registrazione del dibattito a seguito della visione del film “Shame”
C= conduttore Dott. Giorgio Piccinino
P= partecipante
C: Vi ricordo che il senso di questi film è quello di aiutare noi che facciamo una professione di aiuto ad avere delle esperienze che non sempre incontriamo personalmente ma a cui ci troviamo spesso di fronte. Storie come queste sono molto più frequenti di quanto immaginiamo, soprattutto all’inizio della nostra attività, prepariamoci dunque …
Quindi lascio a voi le vostre riflessioni da questo punto di vista e anche le domande se le farete.
Io mi sono trovato abbastanza spesso di fronte a situazioni di questo genere con i pazienti, magari non proprio di questo livello di ossessività, ma che ci si avvicinavano molto, sia maschi che femmine, e quindi se avete delle riflessioni o delle domande che volete fare posso darvi anche una mano a capire queste dinamiche di tipo sessuale.
In ogni caso come sempre tutte le vostre riflessioni sono benvenute, l’importante è che le facciamo partendo dalle nostre esperienze piuttosto che discutere in generale.
P: ‘Bè se da me venisse un giorno come counselor un un cliente, così, lo manderei da te, nel senso che sicuramente lo manderei da uno psicoterapeuta perché è una persona decisamente problematica
P: ma il film iniziava proprio così? Mi sono persa l’inizio, avevo il sospetto che magari ci fosse una sorta di flash back in cui si spiegava il perché di tutto questo macello
C: l’unica cosa che dice il protagonista del suo passato è “veniamo da un posto brutto”
P: eh esatto
C: questa è l’unica informazione che ci dà
P: che sospettavamo
P: c’è un momento focale del film in cui lui fa alla tipa con cui esce questa domanda: “chi vorresti essere e in che luogo, in che tempo?” e lei gli risponde carinamente “qui ed ora” questo l’ho trovato veramente stupendo nel senso che è proprio un punto chiave e focale perché lui è come se lui fosse in qualche modo proprio ossessionato,cioè è un ossessivo,un ossessionato da questa tematica di essere sempre altrove, e in qualche modo perde la relazione anche più intima che ha al momento che è quella con sua sorella se vogliamo, questo suo voler essere qualcos’altro da sè, interpretare una parte diversa da quello che è intimamente lo rende proprio quasi alieno a sé stesso mi dispiace che si sia conclusa in modo così disperato l’avrei voluto più a lieto fine…però questo fa parte..
C: dei tuoi desideri… però non è detto
P: qui è come se fosse una pennellata.. mi ha ricordato molto un quadro di Hieronymus Bosch una di quelle cose forti, violente, impattanti ma senza soluzioni, cioè è come un incubo conchiuso in sé stesso,l’ho trovato così non so se è una percezione mia ma io l’ho vissuto così
C: sentiamo
P: legandomi io ho fatto la fantasia che in fondo ci fosse un finale positivo… la mia fantasia è che le lacrime siano un po’ l’apertura al cambiamento.. però questa la pongo più come domanda a te: può essere il contattare i suoi sentimenti la porta bersaglio?
C: assolutamente sì
P: a me ha dato a pensare il fatto che le dipendenze da queste cose … cose mi viene da chiamarle.. e il finale mi ha fatto pensare che forse neanche la situazione pesante che si è venuta a creare con sua sorella lo possa avere aiutato comunque non più di tanto.. cioè non lo so io ho letto lo sguardo in questa ragazza che comunque poi magari lui ci sarebbe ricaduto e che le lacrime che lui ha provato anche quando lei cantava era forse l’unica empatia che lui riusciva a provare per qualcuno, in quel momento forse sentiva finalmente qualcosa di affettivo, mi viene da pensare anche che forse quella stessa affettività l’aveva rifiutata con la ragazza con cui stava uscendo
C: tenete conto che questo film è un vero e proprio saggio su queste tematiche, potrebbe essere stato scritto da uno che si occupa di queste problematiche di ossessione sessuale, è un film perfetto dal punto di vista psicopatologico, da manuale dei disturbi ossessivi.
P: infatti zero empatia..
P: Comunque buffo come lui avesse chiuso e lei, invece, sua sorella, continuasse a cercare è come se lui dicesse basta il dolore è troppo mentre lei..
P: entrambi dipendenti quindi… lei anche molto fragile..
P: Però secondo me, mi rifaccio alla scena iniziale del film e a quella finale la situazione sul metrò dove lui incontra sempre la stessa ragazza però nella scena iniziale quando lei scende e appoggia la mano al tubo prima di scendere, nella scena iniziale lui mette la sua mano subito sotto la sua e la tocca, mentre invece alla fine del film lui rimane seduto, secondo me c’è una speranza che forse questa volta non si fa prendere dal trip e la lascia andare..non lo so io la vedo così..
C: se voleva far vedere un finale decisamente positivo l’avrebbe fatto vedere, no? mi pare che lo lasci un po’ in sospeso poi ciascuno di noi …io anch’io l’ho visto così che non si alza, che piange, io non posso sopportare i finali negativi, sapete, già la vita è dura abbastanza! Però è un autore di cinema giustamente lo lascia così, un po’ incerto, se l’avesse fatto finire bene sarebbe stato un po’forzato, così ciascuno di noi lo vede finire come preferisce, però, secondo me, qualche indizio chiaro di cambiamento lo dà.
P: a metà film c’è stato un tentativo suo di riprendersi in mano.. di togliersi da questa ossessione quando ha buttato via il computer e i film porno, ecc della serie volto pagina però non funziona così purtroppo
C: già, sembra non bastare
P: e poi è ritornato anzi peggio, nella scena poi dell’omosessualità
P: comunque rende l’idea della dipendenza e della prigionia
P: c’è una specifica per la quale si va nella dipendenza dal sesso o cambia pure la dipendenza dalla problematica..qual è il motivo per il quale uno va verso una dipendenza rispetto che un’altra
C: sia per i maschi che per le femmine questo tipo di viraggio verso la sessualità è in genere dovuto a violenze subite più o meno forti e gravi ;è proprio una devianza per dirla rapidamente, da un bisogno reale affettivo a una realizzazione sessuale del bisogno affettivo.. se un bambino, per esempio, cerca affetto e trova invece del sesso vira da quella parte, confonde la realizzazione affettiva con l’eccitazione sessuale. In questo film quando loro dicono veniamo da un brutto passato e da un brutto posto c’è da aspettarsi che si tratti di una famiglia di abusati, sia lui che lei.. molti abusati non diventano degli abusatori necessariamente, ma spesso hanno una fortissima tendenza a erotizzare qualsiasi comportamento, a compensare un grande bisogno di affetto che è stato proprio deviato in una direzione sessuale. Diventano anche ossessivi perché, ovviamente, siccome poi la sessualità non soddisfa il bisogno affettivo tendono a ripeterla così come una persona che mangia compulsivamente cerca di soddisfare un bisogno affettivo attraverso il cibo e vi si avvicina solo. Riempiendosi compulsivamente non arriva mai a soddisfare il bisogno reale e quindi aumenta costantemente il comportamento sostitutivo… tenete conto anche.. e dal comportamento del protagonista che trova donne continuamente attratte da lui, si capisce un po’.. che queste persone diventano magnetiche sessualmente per cui.. per dire … nonostante anche io sia un uomo bellissimo e sia andato per tanti anni in metropolitana … a me non è mai successa una cosa del genere (risate) sono molto magnetici ..anche le donne abusate sono delle seduttrici non perché si mettono la minigonna o sono provocanti non è questo ma è proprio che c’è una erotizzazione dei gesti tali per cui diventano come una calamita. Lui lo è una calamita perchè vedete che ogni volta che si avvicina a una donna.. anche se può sembrare un po’ esagerato nel film … normalmente è proprio così
P: Quindi rispetto alla virata verso la sessualità, l’erotizzazione,vivere questa vita decisamente drastica..vuol dire che invece quando lui contatta il sentimento vero ne scappa per paura, è la paura che fa..come se non lo conoscesse
C: Bisogna dire che in genere queste persone non sentono.. provate ad immaginare un ragazzino /a che ha una forte attrazione affettiva verso un adulto..questo adulto invece che rispondere con una attenzione affettiva risponde con un comportamento incomprensibile per un bambino perché diventa una sessualità che non sa neanche che esista, questo comportamento di risposta sessuale a un bisogno affettivo in genere è raggelante. Ci sono molti casi di persone abusate che nel momento dell’abuso hanno una risposta depersonalizzante proprio per non sentire quello che gli sta capitando. In queste condizioni spesso smettono di avere sentimenti ed emozioni. Se pensate anche come fa l’amore lui con quello sguardo così disperato perché diventa proprio una reiterazione di un gesto senza nessuna vicinanza amorosa o affettiva, proprio non sente, e così anche quando la sorella gli si avvicina affettuosamente lui non sente nulla, non sa neanche cos’è.. queste sono patologie del sentire, poi diventano comportamenti sessuali ossessivi. Sua sorella invece probabilmente ha una una risoposta che tende al vittimismo, compiacente e ricattatorio, gioca più a “povera me”. Sono, come dicevo, patologie del sentire, quindi quando lui comincia a piangere o si commuove quelli sono piccoli spiragli di normalità, in cui finalmente sente il dolore per la sua anaffettività, in quei momenti finalmente contatta la disperazione che nasconde con il comportamento ossessivo
P: ho notato che il tema della vergogna, che è il titolo del film, non emerge mai in lui. Nella parte finale, al momento dello sguardo con quella donna incontrata alla fine in metropolitana, ho visto nell’abbassare lo sguardo forse un po’ la percezione di questo tema della vergogna. Una madre molto anaffettiva potrebbe creare questo?
C: In genere queste persone hanno erotizzato l’affettività. È un fenomeno che sta tornando molto nei maschi ultimamente, basti pensare alle escort. C’è un forte aumento di disinvestimento emotivo anche per il troppo lavoro e il poco tempo e quindi poi ci sono queste prostitute che se non altro soddisfano la parte sessuale. Fare sesso è come avvicinarsi all’atto del fare l’amore ma non è fare l’amore. Queste persone hanno bisogno di reiterare il loro comportamento compulsivo. È come fare gli acquisti in maniera compulsiva. Non arrivano mai a soddisfare il vero bisogno. Ho conosciuto persone che hanno questo tipo di comportamento, che fanno sì sesso, spessissimo, anche tre, quattro volte la stessa sera con la stessa persona, salvo poi diventare impotenti, come lui, quando si il rapporto diventa serio e magari si sposano. Per qualche motivo, di solito per accasarsi o perché la società ti porta prima o poi a sposarti, entri i una relazione affettiva reale, con una persona vera, intendo, e a quel punto la sessualità entra in conflitto con la sessualità.
P: Giorgio ancora una domanda:” di può anche fare il ragionamento inverso , cioè se ci troviamo di fronte ad un cliente particolarmente seduttivo ed erotizzante negli atteggiamenti …”
C: sospettate che ci sia un abuso sessuale precedente
P: ma che sia ossessivo anche?
C: questo non è detto, ma potrebbe esserlo.
P: se no come altro lo leggo un comportamento particolarmente seduttivo?
C: potrebbe esserci un gran bisogno di affetto. Le persone molto compiacenti spesso attuano una seduzione non erotica. I depressi per esempio quando entrano in contatto con un counselor o uno psicoterapeuta tendono ad avere una forte dipendenza, un forte legame; naturalmente esso va accolto e gestito. Nel caso dei counselor se ci si sente troppo risucchiati, conviene prendere le distanze e verificare se è il momento di mandate la persona in psicoterapia.
P: io voglio dire due cose: la prima è che se vi capita una situazione di questi genere, vi prego di non guardare la dipendenza ma la persona. E questo lo dico perché di quelle cose li io le ho fatte in un’altra vita e so bene quanto possano essere brutti certi posti e quanto possa essere bello poi trovare un posto un pochino più abitabile.
C: Anche questa progressione all’autodistruzione di solito viene letta come un tentativo di sentire di più, anche la violenza, anche l’abbruttimento. Pensate per esempio alle persone che si autolesionano, che si tagliano, lo fanno proprio per cercare di sentire qualche cosa perché è come se scoppiasse l’emozione senza doverla esprimere e lui in certi momenti mi sembrava proprio così, che andasse a cercare la rissa per farsi menare, per rompere in qualche modo questo gelo che ha dentro. Come vi dicevo è proprio una patologia del sentire quindi se si scioglie, si scioglie per cominciare a sentire. È chiaro che poi questo è un po’ un problema per i counselor perchè quando si scioglie il dolore entrano dentro la disperazione che invece i comportamenti ossessivi gli hanno evitato. Quando lui qui si mette a piangere è solo l’inizio di una sofferenza che lui deve aver patito, potrebbe aver avuto un tipo di sfruttamenti di quel genere li, si apre un baratro di sofferenza che poi bisogna saper gestire e non sono neanche baratri brevi perché poi vengono fuori ricordi. Tenete conto che gli abusati spesso dimenticano, io ho avuto delle persone, almeno 3 o 4, che si sono ricordate dell’abuso dopo un anno o due di terapia, questo vuol dire che non si ricordavano , poi piani piano hanno cominciato ad accedere all’emozione e hanno sentito la disperazione. Quindi quando poi ricordano l’abuso è veramente un dramma, soprattutto se è stato da parte di un familiare come nell’80% dei casi.
P: le persone che escono da queste situazioni riescono a riavere una vita normale?
T: dunque, se parliamo di persone come lui che non sentono è molto difficile; lui per farli sentire qualcosa ci vogliono le cannonate: ci vuole che la sorella tenti il suicidio e la trova lui perché se magari si buttava sotto un ponte e non la vedeva più, forse non sarebbe entarto coì direttamente in contatto con il dolore. Quindi quelli che noi definiamo narcisisti sono persone che non sentono. Faremo una conferenza alla casa della cultura e parleremo proprio di questo tema, delle psicopatologie del narcisismo. Sono persone che non sentono e siccome non sentono è molto difficile che vengano in terapia e poi che accedano al dolore. A volte si dice che siano proprio incurabili. Qualche volta succede che si innamorano e allora perdono la testa,cominciano un po’ a sentire amore e cominciano a sentire qualche cosa ma sono casi molto difficili. Se si tratta di abusi invece allora si possono curare. Tenete anche conto che i traumi infantili in sé non sono mai esclusivamente il problema, è molto importante la gestione del trauma: un bambino abusato si salva se non tiene la vergogna dentro di sé, non si colpevolizza, se parla del fatto con qualcuno che gli spiega, riportandolo alla sua innocenza, come sono andate le cose. Sempre di fronte ad una situazione di abuso il bambino si sente colpevole,perché in qualche misura ha suscitato o partecipato a questa cosa; si sente colpevole perché non è scappato via, magari era tenuto fermo e non poteva neanche farlo obiettivamente, però, lo stesso, si sente colpevole per non averlo fatto, si sente colpevole per non aver urlato ( e preso dal panico uno non urla) , poi si sente colpevole perché non l’ha detto alla mamma e via dicendo…
P: Io non so se ho visto bene, però volevo condividere questa cosa con voi. Io sentivo lui protettivo nei confronti della sorella e il fatto di volerla allontanare era un po’ il volerla proteggere da un suo abuso nei suoi confronti.
C: Sei molto generosa sempre. (risata) Una bella lettura. Altri l’hanno interpretata così?
….(no)…
P: A me sembra che lui non riuscisse a reggere le emozioni.
C: Potremmo dire che questo è un film dove succedono tutte le cose che pian piano portano a uscire dalla compulsione ossessiva; anche l’incontro con la ragazza di colore, che è una ragazza che gli dice delle cose sulle relazioni (gli dice: “Ma come, tu non vuoi una relazione?”). Mi sarei aspettato che non andasse nemmeno in albergo con lui una ragazza così. Quindi questo apre già una feritoia, una crepa nella sua costruzione copionale che è perfetta, no? Poi arriva la sorella che lo scombussola, gli porta addosso tutta la vita passata che lui ha voluto negare. Poi lei lo scopre mentre si masturba e lui si vergogna di questo. Questo è il sentimento che lo destabilizza un po’. Poi vede il computer, insomma… Ci sono tutta una serie di eventi. Il rapporto con il suo capo che è veramente solo una persona volgare in confronto a lui, lui se ne vergogna in un qualche modo e via dicendo … Quindi Ci sono una serie di crepe, poi appunto il pianto, la violenza verso cui lui si butta anche in termini punitivi. Quindi se vogliamo è una serie di piccoli spostamenti che poi lo portano, probabilmente, a cambiare vita. Poi prova lo sforzo di buttare via tutta la pornografia che ha; poi si punisce. Insomma. Poi si spaventa perché ha paura delle relazioni. Poi si ritrova la sorella insanguinante tra le braccia, poi la ritrova all’ospedale. Insomma, è proprio un itinerario di liberazione.
P: Ma dopo aver buttato tutto, diciamo, aver visto questo cambiamento, il fatto che lui abbia questo …. Verso … sembra esagerato… non mi vengono le parole. Può essere un richiamo del copione nel senso che lui ha fatto una sorta del cambiamento?
C: Secondo me fa una discesa negli abissi autodistruttiva e autopunitiva. Io l’ho vista un po’ così … poi … Come se si volesse anche farsi ammazzare; provoca … “Picchiami, fammi del male …. Sono una merda”
P: potrebbe essere anche un “Fammi sentire!”
C: certo potrebbe …
C: Volevo farvi vedere questo film anche perché… come dire … volevo rompere un po’ quello che scatta di fronte a situazioni di questo genere. Diventiamo molto moralisti, ci sembrano delle bestie, non delle persone. In realtà sono delle persone che hanno una carenza d’affetto mostruosa e in più hanno avuto una devianza nel manifestarlo. Quindi la dobbiamo proprio considerare come una maniacalità, come i bulimici insomma … le bulimie sono anche di altro genere, non sono solo di cibo: questa è una bulimia sessuale. Ci sono quelli che hanno gli acquisti compulsivi (socialmente utili), ma è la stessa cosa: il meccanismo psicologico sostitutivo del bisogno reale con un comportamento che si avvicina, ma non soddisfa mai il bisogno, questa è una cosa di cui dobbiamo tenere sempre conto. Anche per regolare le nostre reazioni, noi come professionisti delle relazioni d’aiuto abbiamo una grossa responsabilità. Credo che il merito di questo film sia proprio quello di farci vedere la disperazione del protagonista: quella scena in cui lui fa una specie di orgia è una roba … quasi insopportabile. Poi lui, l’attore intendo, è bravissimo: da fighetto che è si trasforma in un personaggio drammatico: la camera si fissa sul suo viso che man mano si traforma e si trasfigura nella disperazione di un atto inconcludente, sembra l’urlo di Munch !
P: ecco, ma se da noi viene una che ha una compulsione degli acquisti non è una situazione così grave?
T: beh … no…
(rissate generali)
T: puoi sempre alzare la tariffa però… tanto gli piace pagare
(risate) P: semplicemente è una grande carenza d’affetto che…
C: si, si si … considerate, però, che va sempre guardato cosa c’è dietro. Perché se dietro c’è un narcisista, quelli allora sono casi gravi. Eh? Anche se i narcisisti solitamente sono A) persone di successo, B) che ci sanno fare, C) affascinanti, eleganti, pieni di vitalità, molto sul fare. In genere non vengono… non fanno impressione! Però sono gravi, perché insomma… le patologie del sentire… vuol dire non avere la capacità di capire che cosa va bene e cosa va male nella vita. E quindi queste persone sono condannate a dover capire dagli altri che cosa sarebbe bene che loro facessero. Sono degli Zelig … Ma sono delle patologie gravi da cui è difficile uscire. Anche se, da un punto di vista della vita, non sono così eclatanti come comportamenti devianti. Quindi anche queste cose qui, come la compulsione all’acquisto, se fatte da un narcisista, vanno viste appunto come una patologia radicata e di difficile soluzione. … servono anni di terapia ed eventi che li riportano a sentire. Tante volte c’è bisogno di un lutto forte, una tragedia per ricominciare a sentire. Insomma, non possiamo mica sparargli nelle gambe!
(risate) P: Ma io avevo letto che il narcisista parte anche dal presupposto, non so se conscio o inconscio, che come fa bene lui non fa bene nessuno. Quindi, l’altro va un po’ a cadere perché è lui il perno. E’ lui che reagisce nel corretto e nel bene. Si piace talmente bene che poi gli altri … appunto, gli fa il solletico il terapeuta perché loro hanno in mano la verità.
C: be… mm… se vengo a cercare aiuto ammetto già che c’è qualcosa che non va.. almeno nei miei 3-4 casi che ho avuto, non ho sentito tanto questa cosa di supponenza e superiorità, non l’ho sentita. Anzi, la tendenza era quella di cercare di capire cosa per me era buono per poi applicarlo nella vita per avere successo. Sono bravissimi a capire che cosa è la cosa più eclatante da fare o che ritorna più come riconoscimento.
P: quindi sono dei manipolatori inconsci?
C: si. TI fanno sentire molto importante, almeno quando c’è una relazione importante.
P: E restando sulle dipendenze… Se si parlasse di dipendenza da gioco? Come potremmo noi aiutare le persone?
C: questo, ecco, è un tema grosso e apriamo tutta un’altra categoria di casi. Poi non c’è un caso solo … come sempre… Qui sull’abuso è più facile. Dato l’abuso ci sono due comportamenti prevalenti: uno di tipo eccitato, erotizzante e fortemente sessualizzato, l’altro di ritiro dalle relazioni, anche per le difficoltà erettive o di eccitamento sessuale. Perché sai, dopo un abuso è facile anche che si diventi inorriditi dal sesso.… Per il gioco d’azzardo o comunque per le dipendenze da gioco è più la ricerca di adrenalina. Quindi anche lì c’è una mancanza di sentire profonda. Però non saprei dare una categoria … una causa così univoca come darei per questo tipo di situazioni.
P: si è una cosa … su cui mi cade l’occhio è queste macchinette, nei bar, pieni di persone, di tutte le età che … eh.. Che aspettano in fila … che trepidamente attendono che si liberi la macchinetta. Proprio si sente la trepidazione.
C: io penso questo. Per fare un discorso un po’ in generale che prenda dentro tutte queste situazioni: noi dobbiamo sempre trovare qual è la pulsione naturale non soddisfatta. Questi comportamenti reiterati sono, ripeto, il tentativo di avvicinarsi a una soddisfazione di qualche cosa che non si è in grado di soddisfare. Per esempio i giocatori d’azzardo sono estremamente individualisti, perché stanno sempre da soli, davanti alle macchinette, non c’è un’azione di collettiva. Quindi lì probabilmente c’è un un grande desiderio di relazione e affettività che non riescono a realizzare. E quindi si isolano e quello che non ricevono in termini di eccitazione affettiva, amorosa lo devono ricercare nel rischio. Anche nelle corse, senza esagerare, per trovare quell’adrenalina che viene dall’amore, dall’innamoramento … quindi, spesso, sono situazioni di questo tipo. Poi c’è anche il tentativo di fare il colpo grosso: ah adesso .. lo faccio una volta e mi salvo ! Come se esistesse … in natura… si, può capitare, capita una volta su un miliardo ! e anche lì forse c’è una difficoltà di uscire, fare le cose con impegno, fatica … quelle problematiche li … cercano le scorciatoie. Ma vediamo ora di tornare al film, poi se avete qualcos’altro che volete dire ..
P: Un’altra cosa che mi ha dato fastidio è stata quella scena in cui loro sono sul divano: la sorella si siede e gli chiede un abbraccio. C’è stato un momento in cui lui proietta su di lei…. I suoi atteggiamenti con il suo capo. E lei, giustamente, dice: “ dimmi tutto ma tranne su questo argomento perché…”. E la cosa che mi colpisce molto anche facendo counseling è quanto le persone sono, in certe circostanze, siano molto abili nel proiettare sugli altri certe mancanze. Diciamo, in questo senso. Una forma di manipolazione che è molto efficace. Anche al di la del fatto di non voler sentire o il sentire troppo che fa talmente male che è meglio attribuire agli altri la colpa delle proprie mancanze…
C: mmh, dunque … Evitano di sentire perché hanno sentito troppo male allora. Quindi il non sentire è una difesa da un trauma e o da una condizione di sofferenza insopportabile. Tutti gli sdoppiamenti di personalità, sono dovute, in genere, a delle situazioni così terribili che per poter sopravvivere ti devi staccare da quella persona, che si tu, che eralì in quel momento, mi spiego? “l’ha fatto un altro”. Fa parte di un te che non puoi sopportare quindi dimentichi … si vede che lui per gran parte del film fa queste cose ma senza rendersi conto di che abbruttimento è … La vergogna comincia a un certo punto: quando lo vede la sorella .. shame…no? Però il non sentire è una reazione a una frustrazione così forte che non puoi sostenere e non puoi esternare perché non hai nessuno che l’accoglie.
P: secondo me una scena cruciale è anche quando sua sorella è con il suo capo nel suo appartamento. Lui non la riesce a sopportare questa situazione, tanto che deve uscire a correre. Per me è la ripresa più bella … Quanto lui non riesca a vivere una situazione che lo potrebbe portare a provare un sentimento.
C: che sentimento secondo te? Che cosa gli succede? … hai un’ipotesi?
P: o gli ricorda qualcosa … forse lo aiuta a ricordare qualcosa
P: lui prova rabbia. RABBIA. Infatti la scarica poi con la corsa … un po’ scappa da quella situazione e le fa presente che comunque il suo capo ha una famiglia.
P: credo che …. Mm.. un paio di volte, il protagonista ha detto una cosa che … che si sente in trappola. La sorella in qualche maniera lo ingabbia e lo mette in una situazione in cui non respira più. E credo che sia questa poi la sensazione che in modo più o meno forte, cosciente o incosciente, lui si porta appresso. Da dove non c’è aria per lui.
P: perché la sorella l’ha messo di fronte a quello che LUI ha rifiutato.
C: allora… potrebbe essere questo: se la sorella è il versante sofferente di lui che è diventato anaffettivo, allora la sorella gli sbatte contro la sofferenza che lui non vuol sentire. E anche il fatto che la sorella ha tentato il suicidio lo mette di fronte alla sofferenza passata di entrambi. Così adesso stavo riflettendo su quello che avete detto, ho pensato che quando lui sente la sorella nella stanza accanto fare l’amore, forse lui si sente scosso perché la sorella sta cercando veramente l’amore, ma lo sta cercando con una persona cinica e superficiale come il suo capo, che peraltro non le sta dicendo che ha moglie e figli, è come se lui non potesse sopportare un’altra frustrazione della ricerca della sorella. Quindi come se lui sentisse di nuovo la tentazione da parte di sua sorella di ricevere l’amore da parte di qualcuno che non glielo poteva dare. Lei cerca ancora l’amore! E dice “sei una cretina, non vedi che sei dipendente, bisognosa”. Anche nel film lui fa vedere la sorella più volta che implora… implora … lui non implora più ! quindi ha già messo il gelo nella sua vita mentre la sorella è ancora lì che sta soffrendo. Lui non regge questa inutile, per lui, ricerca d’amore. Ecco, io la leggerei così … Gli dispiace sinceramente che lei sia ancora lì così, alla ricerca, implorando. Anche nel dialogo, mi viene in mente … tra loro due quando sono vicini, lui la ridicolizza un po’. Le dice:” tu fai la vittima, piangi” la tratta come una … ma tu ci credi ancora ??? eh si, ci crede ancora poverina …
P: quella scena in cui lei va a dormire nel letto con lui e lui l’allontana…è veramente una sofferenza che cerca un contatto che lui rifiuta sdegnosamente, il personaggio principale è lui , ma anche la sorella non è da meno rispetto alla sofferenza..questo bisogno di avere un affetto e di cercarlo in tutti i modi anche solo nella vicinanza..che effettivamente misura la temperatura di una relazione.
P: Però lei lo fa ancora in maniera sessuale..e quindi lei è perturbante per lui, perché lei lo avvicina in maniera sessuale; la prima scena nella doccia lei si toglie ad un certo punto l’asciugamano e poi si presenta in cucina praticamente nuda e poi lui si infila nel letto, infilarsi nel letto…date le tre scene io l’ho vista sempre molto erotica nei suoi confronti.
P: un po’ invadente.
P: infatti io ho pensato che fosse un casino serio in famiglia…
P: io non l’ho pensata così perché vedo lei più nel versante di quella che implora l’affetto …è vero che ci va a letto con quell’altro ma ci va in posizione da vittima bisognosa …quindi no..
P: a me sembrava quasi che ci fosse stata una relazione tra di loro, anche fisica, una forte attrazione.
C: è possibile.
P: perché anche sul divano se vuoi un po’ di questo..
C: si certo che la relazione sessuale lì è piuttosto complicata, è possibile anche una cosa di questo tipo qua…lei non sembra un tipo così però…pensate anche la canzone come l’ha cantata con una dolcezza sospesa, veramente straordinaria, anche quello è un pezzo di film strepitoso…quella canzone lì meravigliosa…è tutta sospesa…diversa dal solito anche sussurata, lei è su un filo di rasoio.
P: In quanto alla colonna sonora ho trovato particolarmente adatta anche la scelta di Glenn Gould “le Variazioni Goldberg”..perchè Glenn Gould è un ossessivo, maniacale.
C: che cultura che abbiamo! E l’altra musica sai cos’era? Perché anche quella è meravigliosa, io pensavo a un tappeto musicale che sale, sale.. andrò a vedere cos’era l’altra..
P: un’ ultima cosa volevo chiederti ..ma questa gente, queste persone che sono così..io sono seriamente angosciata alle volte a pensare a queste situazioni perché faccio parte di questa umanità dolente anch’io..io sento di non avere gli strumenti per aiutarli se non appunto quelli dell’invio…io sento la sofferenza loro ed è forte …ma mi viene da chiedere … ma quando loro cominciano a sentire, sono in qualche modo costretti dalla vita a stare nel qui ed ora, cosa li succede esattamente ? che cosa li capita per cui è difficile gestirmi?
C: nelle terapie succedono spesso queste cose qua…vi succederà…quando le persone cominciano a chiedere aiuto, chiedono aiuto su loro livello di comprensione della realtà e in genere il livello di comprensione della realtà è molto superficiale, per cui a volte a me capita, ma mi capita anche quando faccio counseling aziendale, arrivano delle persone che sono smart, guadagnano un sacco di soldi, sicure di sé e poi dopo due incontri gratti, gratti si mettono a piangere, ti dicono che sono impotenti, non dormono da anni, sono stati lasciati da quattro donne e anche il loro capo gli sta un pò sulle balle…che magari è il motivo per cui sono venuti, quando succedono queste cose qua ad un certo punto si sgretola tutta le difesa e voi vi trovate una persona che in quel momento lì prova le emozioni del bambino di 5 anni quando ha acquisito la spinta “sii forte, compiaci etc, etc”… mi spiego… nel momento in cui questo qui dice non sento più niente, fate la fantasia che sia stato abusato da suo zio che era il grande idolo della sua esistenza visto che il padre era assente e la mamma anche. Immaginate che si sia staccato dal sentire e poi abbia partecipato alla relazione sessuale con lo zio, e immaginate che in qualche misura ne sia anche contento perchè lo zio lo porta con lui al cinema, piuttosto che a ballare, entra in un mondo in cui non sente più niente perché quello che avrebbe da sentire sarebbe la paura per la violenza subita e la vergogna. Nel momento in cui da grande comincia a star male e avrà da trovare un counselor o uno psicoterapeuta perché ha sentito a parlare di te che sei carina e hai un maglione rosso e a lui gli piace quando viene da te perché finalmente ha qualcuno che lo sta ad ascoltare come mai gli è successo, così prima ti racconta qualcosa del suo capo, ma poi se tu lo stai ad ascoltare e lui incomincia a sciogliersi, e tu gli fai mezza domanda giusta e lui lì si apre … quello che succede è che davanti a te che si sgretola la difesa e lui finalmente prova quel sentimento lì, quello negato allora, paura, orrore, disgusto, vergogna… l’At spiega questo quando dice che noi abbiamo un bambino di 5 anni dentro di noi, ma con questi traumi abbiamo un bambino di 5 anni ancora fissato lì, quel bambino di 5 anni non è cresciuto, è rimasto lì con quella tragedia non superata. In un certo momento con queste persone tu ti trovi di fronte un bambino di 5 anni disperato che finalmente ricorda e dice “oh dio cosa mi è capitato, cosa sono, cosa sono diventato”, in quel momento lì rivive ciò che allora è rimasto registrato ma bloccato lì e come se non fosse più andata avanti la sua vita, si è fermata lì. Per quello diciamo che i counselor devono stare attenti a chi accolgono come clienti, perché se iniziano una relazione con persone di questo tipo poi, quando succede che si scoperchiano le tombe, non è che poi in quel momento puoi sempre dire “ok ti mando dallo psicoterapeuta” perché a quel punto sei già diventato il suo salvatore, quello che lo ha aiutato ad aprirsi, quello a cui lui per la prima volta ha dato fiducia. E’ come se in quel momento dell’abuso avesse a disposizione la mamma o il papà cui aggrapparsi e chiedere aiuto. E’ è difficile da prevedere prima ma questo riguarda anche un sacco di psicoterapeuti che non sono capaci poi di affrontare e gestire quel momento. Anche gli psicologi si trovano nella stessa situazione, gli psicoterapeuti anche, non è che tutti gli psicoterapeuti sanno gestire tali situazioni di dolore riversato lì davanti. … Le professioni di aiuto sono molto belle, molto soddisfacenti, danno un sacco di stimoli e riconoscimenti, ma si corre anche qualche rischio…sono rischi del mestiere …comunque adesso non spaventatevi, questa è la punta estrema. Guardate che la sessualità è un pettine che raccoglie tutti i nodi problematici delle persone, in Italia si dice grosso modo che ci sia, a seconda delle ricerche, fra il 20 e il 40 % delle donne anorgasmiche, mi auguro che siano tutte dall’altra parte…
(risate) e non pensate che i maschi non abbiamo problemi erettivi, eiaculazione precoce, solo che i maschi, in genere, non vanno dallo psicoterapeuta, prima fanno il giro delle sette chiese di tutti gli andrologi della città e poi dopo pensano che sia lei che non è abbastanza giovane, sexy e sessualmente attraente, prima di pensare che hanno una problematica psicologica. Guardate che le problematiche sessuali sono molto elevate anche a prescindere da una psicopatologia come questa del film. … è un po’ come il sonno e il cibo, cioè sono funzioni fisiche se c’è qualcosa che non va dal punto vista psicologico subito hanno una ricaduta sugli elementi comportamentali delicati.
P: interessante; sonno, cibo, sesso ce ne sono altre?
C: fammi pensare..
P: cacca!
C: cacca?! si cibo, sonno, sesso di solito… la cacca un po’ meno..diciamo che c’è una stitichezza di genere (risate)… però certamente sono i pettini che raccolgono tutti i nodi che sono nelle nostre personalità.
P: siamo meno abituati a farci caso … quasi elogiamo chi dorme quattro ore …
C: Già, a proposito si è fatto tardi,
forse è meglio che anche noi andiamo a dormire, grazie a tutti, grande film eh? (Applausi)
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