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Rituali, piacere, politiche della collaborazione

Richard Sennet, Feltrinelli, 2012, 336 pagg.

La recensione del Centro Berne

Questo è forse il libro che consiglierei a tutti, e forse un punto d’arrivo.

A parte il titolo bellissimo è un testo che a me ha dato proprio tanto … conforto.

Per qualcosa che penso da sempre e che da anni ho cominciato a studiare e a divulgare. In effetti questo sociologo americano, che insegna a New York e Londra (ma che orari farà?) comincia da principio, cioè dal rapporto madre bambino, da Winnicot e Bowlby, per evidenziare la collaboratività istintiva del neonato che deriva prima di tutto dalla consapevolezza della separatezza.: “la vita quotidiana del bambino che muove i primi passi pone dunque le prime basi dell’esperienza della complessità e della differenza. Ma la reazione dei bambini non è quella di ritirarsi nel proprio guscio … anzi l’interazione, con tutte le sue incompatibilità e contraddizioni, diventa, se possibile ancora più assidua.”

La scoperta delle differenze porta a interagire di più, insomma. E’ così in natura dove le specie più evolute sono quelle che si arricchiscono e si rendono più adatte all’ambiente attraverso un processo continuo di integrazione e differenziazione.

Non ci accoppiano così anche noi esseri umani integrando il maschile col femminile e poi un certo maschile con un certo femminile? La collaborazione in natura deriva dal fatto che … da soli non si può sopravvivere.

Ci sono moltissimi stimoli, in questo libro, provo ad elencarne alcuni:

Qual è la differenza fra assertività e asseverazione? Fra simpatia e empatia? (Su questo però a me pare che in inglese usino il termine in modo opposto al nostro).

Fra conversazione dialettica e dialogica? “… anche la conversazione casuale, per diventare un incontro ricco di senso, richiede perizia. Imparare a non volersi imporre è una disciplina che crea lo spazio per esplorare la vita altrui, e consente che l’altro, alla pari di noi, possa esplorare la nostra.”

E fra socievolezza e sociabilità? E urbanità?

E poi: “Gli scambi che tutti gli animali sociali attuano coprono un ventaglio di comportamenti che si esprimono in 5 segmenti lungo un asse:

  • lo scambio altruistico con sacrificio di sè
  • lo scambio simmetrico (win win) in cui entrambi le parti si avvantaggiano
  • lo scambio differenziante in cui le parti prendono coscienza delle differenze
  • lo scambio a somma zero, in cui una parte guadagna e l’altra perde
  • lo scambio asso piglia tutto

Dunque gli esseri umani possono agire partendo da un massimo di collaborazione a un massimo di competitività.

E allora?

Sennet ci prende per mano e ci porta in giro per i secoli per aiutarci a comprendere il percorso fatto, fino ad ora, e come abbiamo interiorizzato le disuguaglianze e dimenticato la collaboratività senza però, e questo mi sembra dimostrare ancora una volta com’è la nostra natura più profonda, perdere mai la voglia di comunità. Come una nostalgia, come un lutto. Sennet scrive pagine bellissime e a suo modo poetiche sul lutto, partendo da Freud, e sulla perdita che, come direbbe Panikkar, è la “sveglia esistenziale” per un nuovo impegno a costruire nuove strategie finalizzate a rispondere alle solite domande ”che ci faccio qui?” e “chi sono io?”.

“La collaborazione comunitaria rafforza l’identità … l’identità condivisa si costruisce sulla storia xhe io e te abbiamo in comune.”

Così sentiamo parlare di socialismo, di kibbutz, di Guanxi (rete relazionale cinese di reciproco aiuto), di Weber, di Montaigne, di molti pensatori a noi sconosciuti e del modo in cui la collaborazione si può costruire. Insomma, in estrema sintesi, la collaborazione migliora di molto la qualità della vita sociale e rende possibile l’evoluzione e l’arricchimento della specie. Le difficoltà ci saranno sempre, ma le capacità dialogiche, le pratiche informali e l’empatia le possono ridurre.

G.P

Indice

Prefazione

Introduzione – La mentalità collaborativa
La dequalificazione
La capacità di collaborare nella prima infanzia
Lo scambio dialogico
La collaborazione on line
Il libro

  • Parte prima – La collaboraazione prende forma

“La questione sociale”. Il dilemma del Musée social
Le strade si dividono
Le coalizioni
Il servizio alla comunità
Il laboratorio di arti e mestieri

Un equilibrio fragile. Competitività e collaborazione nella natura e nella cultura
L’Eden
La collaborazione: naturale e instabile
Il continuum degli scambi
Il potere del rituale

Il grande turbamento. Come la Riforma trasformò la collaborazione.
Il rituale religioso
Il laboratorio
L’urbanità
Urbanità professionale

Parte seconda – Come si è indebolita la collaborazione

La disuguaglianza imposta e assorbita nell’infanzia
La disuguaglianza imposta
La disuguaglianza interiorizzata

Il triangolo sociale. Il risentimento nei rapporti sociali sul lavoro.
Il traingolo sociale nella vecchia economia
L’azione corrosiva del tempo
Il triangolo va in pezzi

Il sé non collaborativo. Psicologia del ritiro in se stessi.
Ansia e angoscia
Il ritiro in se stessi
La collaborazione light ovvero debole
L’ossessione

Parte terza – Come rafforzare la collaborazione

Il laboratorio artigiano. Fabbricare e riparare.
Il ritmo e il rituale
I gesti informali
Il lavoro con la resistenza
Le riparazioni

La diplomazia quotidiana. Applicazioni pratiche della conversazione dialogica.
La collaborazione non direttiva
La gestione dei conflitti
Le procedure
La maschera della sociabilità

La comunità. La pratica dell’impegno civile.
La voglia di comunità
Il morale
Verifiche dell’impegno
La vocazione
La comunità come vocazione

Coda. La gatta di Montaigne

Note
Indice dei nomi