La cura Schopenhauer
I. D. Yalom, Neri Pozza Editore, 2005, 423 pagg.
La recensione
Terzo e penultimo dei romanzi di Irvin Yalom viene pubblicato contemporaneamente nel 2005 negli Stati Uniti e in Italia (Neri Pozza Editore).
Julius psicoterapeuta di gruppo avanti nella carriera riceve una diagnosi senza speranza che riguarda la scoperta di un tumore.
Da qui egli inizia una riflessione sul suo passato professionale e la ricerca di suoi eventuali “errori”. Invita un suo ex paziente, un anaffettivo Philip, un “fallimento” del passato, nel suo gruppo di terapia. Il nuovo arrivato ne sconvolge gli schemi mettendo a dura prova anche il terapeuta stesso.
Trovo il libro molto interessante: l’autore alterna il piano del racconto romanzesco con quello della biografia di Arthur Schopenhauer la cui opera, attraverso la bocca di Philip e i commenti di Julius, viene portata al lettore non priva di commenti critici.
Da un punto di vista del racconto vediamo l’evoluzione/maturazione di tutti i personaggi coinvolti compreso lo stesso Julius. Dal punto di vista della conduzione terapeutica osserviamo la pratica dell’autore nella psicoterapia esistenziale arricchita da una grande attenzione al linguaggio (Richard Bandler), da alcune interpretazioni (di scuola psicoanalitica), da interventi mutuati dalla gestalterapia (nel Cap. XIX l’autore cita esplicitamente Fritz Perls).
Al di là degli aspetti tecnici, interessanti per gli psicoterapeuti, il romanzo è godibilissimo per qualunque lettore colto.
Giacomo Magrograssi