La recensione di Berne Counseling

Prima di entrare nel merito del film è bene fornire le istruzioni per l’uso per genitori ed educatori.

Cominciamo col dire che un film per dei ragazzi, che sono nella fase di scoperta del mondo, non è quasi mai solo un passatempo, ma un’esperienza emotiva e conoscitiva piuttosto forte e eccitante. Tanto più vedendo questo film che introduce temi come la morte, la scoperta dell’amore, la perdita del senso del magico, lo scontro con l’ingiustizia, l’autoritarismo dei genitori, ecc.

Sappiamo bene che far vedere un dvd ai bambini è spesso una necessità dei genitori che finalmente possono avere un’ora e mezza di tregua e di tranquillità, ma in questo il caso siamo invece di fronte a una bellissima occasione di vicinanza e di comunicazione.

La visione del film può andare dai 7/8 anni ai 14/15 ma, a seconda dei casi, l’atteggiamento dei genitori dovrà essere piuttosto diverso. Con i più piccoli sarà spesso necessario dare piccole informazioni per chiarire cosa sta succedendo e non fargli perdere il senso della storia, mentre con i più grandi è preferibile piuttosto chiedere alla fine.

I film d’azione sono in genere più rassicuranti proprio perché non pongono domande complesse e semplicizzano la realtà. Non c’è spessore nei personaggi, nessuna incertezza su come va a finire, nessuna ambiguità.

Da questo punto di vista, invece, il film è veramente una miniera di stimoli per verificare le opinioni dei ragazzi, ci sono molti temi cruciali per questa età.

Intanto il rapporto fra padre e figlio propone una questione fondamentale: perché i genitori si comportano in un certo modo? All’inizio il comportamento del padre appare dispotico e tirannico, ma nel corso del tempo si svela il motivo di tanta preoccupazione, la mancanza e la morte della moglie e dunque l’assenza di una madre non lo può che preoccupare.

E’ fondamentale, per un bambino che all’inizio della vita tende a muoversi in un universo di buoni e cattivi, con una forte necessità di opinioni semplici e assolutiste, cominciare a capire che dietro certi comportamenti anche restrittivi e normativi, a prima vista incomprensibili, ci possono essere motivazioni amorose e protettive oppure dettate da esperienze che hanno suscitato paura o dolore.

Un bambino, che vuole tutto e subito e mal sopporta limitazioni, può così capire i divieti e anche i rimproveri dei genitori.

Un altro tema cruciale per questa età è il passaggio da una visione magica della vita a una più (ma non esclusivamente s’intende) razionale. Si comincia a capire che Babbo Natale o la Befana non esistono, che per realizzare i desideri non basta andare a trovare l’Uomo Fiammifero o il Grande Cocomero, ma agire in modo finalizzato e progettuale.

Si comincia ad affrontare la morte.

In questo caso la mamma è tenuta in vita dalla favola dell’Uomo Fiammifero che lei stessa raccontava, e a cui il bambino inconsciamente si aggrappava sperando di avverare il desiderio, magico appunto, di farla tornare in vita. Rinunciare a questo desiderio irrealizzabile consente al bambino di provare il dolore della perdita, di sentirne la mancanza e abbracciare finalmente il padre. Accettare il dolore, esplicitarlo, condividerlo, abbracciati, è un finale dolcissimo che sancisce per il bambino il passaggio a un’età più adulta e per il padre la comprensione delle difficoltà del figlio. I loro diversi modi di soffrire e di reagire alla perdita non sono più contrapposti, ma anzi si integrano.

Il film è certamente un capolavoro visivo, ho trovato straordinari i colori fiabeschi, i disegni che si animano, l’integrazione fra fantasia e realtà che è esattamente quello che vivono i ragazzi. Anche gli attori, soprattutto il padre, Francesco Pannofino forse in una delle sue prime apparizioni, mi sono sembrati veramente bravissimi.

Un film così è importante anche perché può arricchire il gusto espressivo di chi lo guarda, anche con visioni successive, che non dimentichiamolo, per i più piccoli non solo sono necessarie a capire, ma anche a portare alla ribalta progressivamente temi che, anche in modo difensivo, vengono inizialmente relegati in secondo piano.

Due parole infine sul regista Marco Chiarini, un ragazzo di Teramo che ho conosciuto e che mi ha voluto inserire nel dvd con un’intervista: è stato straordinario come, partendo da un suo libro illustrato e con pochissimi soldi, sia riuscito a fare un prodotto di altissima qualità.

Sentite cosa ne dice Gabriele Niola di MYmovies: “La lunga galleria di personaggi immaginari portati in vita con trucchi da cinema muto applicati all’era del digitale, giochi di luce e ombra, espedienti di doppiaggio e ogni tanto qualche animazione entra di diritto nelle imprese cinematografiche degli ultimi anni, mentre il film nella sua interezza è tra le migliori pellicole italiane viste ultimamente. Come spesso capita (e non solo da noi) in patria lo si è visto poco e male mentre all’estero ha macinato premi su premi”.

Non perdetelo, e una volta tanto comprate il dvd, certe imprese vanno premiate.


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