Le nature umane
Geni, culture e prospettive
P. Ehrlich, Le nature umane, Codice Ediotre, 2005, 653 pagg.
La recensione del Centro Berne
Comincia così:
“Il concetto che esista una sola natura umana da modificare fa sì che si venga ritratti dall’immaginario popolare come esseri istintivamente aggressivi, avidi, egoisti, ipocriti, ossessionati dal sesso, crudeli e genericamente brutali, soltanto con una patina di responsabilità sociale. Si immagina la parte migliore di noi continuamente in lotta con una serie universale di “spinte” immutabili e primitive … E’ un punto di vista tanto triste quanto sbagliato, considerando ciò che in realtà sappiamo sul nostro comportamento.”
La prima parte del libro spiega la nostra evoluzione ed è molto utile per farsene un’idea completa e di prima mano, racconta la crescita del genere umano, il suo grande balzo in avanti, l’uscita dalle foreste, l’evoluzione del cervello, la crescita della neocorteccia e della mente, una lettura affascinante e per niente noiosa.
Interessante, poi, tutta la parte che descrive il passaggio dalle sementi alla civiltà, dalla struttura egualitaria dei cacciatori/raccoglitori a quella successiva più stratificata e poi verticistica dei coltivatori che aprirà la strada alla disuguaglianza sociale e alle guerre per il possesso dei terreni più rigogliosi in concomitanza con le esplosioni demografiche. E ci dovremmo pensare anche noi, adesso.
Verso la fine del libro ci sono osservazioni molto importanti su un fenomeno piuttosto particolare e pericoloso: noi guardiamo molto più i particolari immediati che gli stimoli macro, più lenti ad emergere, più lontani dalla nostra vista e distanti da noi.
“Il nostro sistema percettivo si è sviluppato per mantenere costante lo sfondo ambientale affinchè sia possibile individuare meglio eventi contrastanti a rapida insorgenza e reagire (veniamo dalle foreste, non dimentichiamolo) … il nostro sistema visivo mantiene il mondo in pausa e ci assuefacciamo ai suoni costanti .. siamo programmati a reagire agli eventi a rapida insorgenza. Le nostre nature sono assai poco equipaggiate … ad affrontare i cambiamenti climatici, il riscaldamento globale, la perdita della biodiversità, la distruzione delle risorse ecc.”
Dobbiamo dunque imparare in fretta a mettere a fuoco lo sfondo, oltre che la figura, i fini oltre che i mezzi, il senso della vita oltre che l’attimo fuggente.
E questo a me pare riguarda anche la lettura del Copione delle nostre vite, lo sguardo deve essere, come per gli storici di ultima generazione, sulla lunga distanza, dall’inizio fino al giorno attuale, e anche oltre: dove andremo a finire?
“Eccoci qui, animali da piccoli gruppi che … cercano di vivere in insiemi giganteschi, cercando di conservare la salute, la felicità, e la sensazione di essere connessi a un mondo sempre più impersonale, in cui le nature individuali si basano su frazioni sempre più piccole della cultura della società.”
G.P.
Indice
Prefazione
1 Noi e l’evoluzione
2 Racconti dalla Animal House
3 Le nostre nature e le loro
4 Reggersi con i propri piedi
5 Nude ossa e qualche pietra
6 Si evolvono i cervelli, si evolvono le menti
7 Dal grooming al gossip?
8 Il sangue è un vagabondo
9 Il predominio della cultura
10 Dalle sementi alle civiltà
11 Dei, bombardamenti in picchiata e burocrazia
12 Lezioni dalle nostre nature
13 Evoluzione e valori umani
Note
Ringraziamenti
L’autore
Bibliografia
Indice analitico