10 novembre: “Essere genitori: non esistono ricette!”

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Mini Workshop gratuito

Lunedì 10 novembre 2014
ore 18,30
Relatrice: Manuela Giago


 

Diventare genitori è un’avventura meravigliosa e imprevedibile.

Ci si ritrova improvvisamente catapultati in un mondo del tutto nuovo, che scatena inevitabilmente emozioni, sensazioni, pensieri che ci lasciano a volte smarriti e a volte piacevolmente stupiti.

Possiamo progettare anche con largo anticipo la nascita di un figlio. Possiamo leggere libri, manuali, fare corsi, ma nonostante tutto non siamo preparati a confrontarci con il difficile compito di essere genitori.

Essere genitori ci costringe a porci domande e interrogativi su noi stessi: è molto importante mettersi in gioco ed entrare in ascolto anche dei nostri bisogni.

Confrontarsi all’interno della coppia è essenziale e ci permette di accogliere paure, difficoltà, timori e gioie sia nostre che della persona che ci è accanto.

L’obiettivo di questo Mini Workshop è quello di offrire uno spunto di riflessione ai genitori di bambini o adolescenti sulla tematica della genitorialità.


Per iscriversi

Le persone interessate a partecipare possono contattarci utilizzando il form di contatto qui sotto, oppure utilizzando i seguenti riferimenti:
berne@berne.it
02.4987357 (dalle 14.30 alle 18.30)

Form di contatto


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Formazione e apprendimento. Diversi i contesti, diversa la didattica.

Relazione di Dianora Casalegno
22 ottobre 2005

Ci troviamo qui oggi per parlare di counseling, counselor, scuola di counseling con l’intento di avviare  un confronto sui temi dell’apprendimento e  della formazione che riteniamo più idonei al fine di garantire agli allievi il conseguimento di una elevata competenza professionale.

Prima di entrare nello specifico dei temi fornirò un quadro di riferimento sintetico ed essenziale sul percorso del counseling in Italia, sulla associazione professionale a cui come scuola aderiamo, sulle differenze tra counseling e psicoterapia e sulla figura del counselor che intendiamo  formare.

Evoluzione  del counseling  in Italia

Da quando l’uomo e’ al mondo gli atti di porgere ascolto, offrire sostegno, rassicurare ed incoraggiare hanno fatto parte della relazione spontanea tra gli esseri umani; come attivita’ possiamo  quindi dire che e’ sempre esistita, esercitata da insegnanti, educatori, pedagogisti, assistenti sociali e da molte altre figure.

Ma, a differenza dei paesi a cultura anglosassone dove era gia’ ampiamente diffusa e riconosciuta come professione,  in Italia  e’ stata, fino a pochi anni fa, un “qualcosa” di  veramente indefinito.

Le parole stesse counselor e counseling non erano neppure riportate nei dizionari e solo dal 1990 lo Zingarelli  inserisce seppur in modo riduttivo, counseling come “attivita’ di consulenza specifica per l’orientamento professionale”.

Nel 1993 nasce la S.I.C.o Societa’ Italiana Counseling  che persegue lo scopo di riunire in un unico organismo i counselor e le organizzazioni che si occupano di counseling per favorire lo sviluppo di questa professione e la diffusione del counseling professionale.

Le iniziative che promuove sono tese a definire  i criteri di qualificazione ed accreditamento dei counselor, gli standard di formazione per l’esercizio della professione, proporre corsi di formazione effettuati da scuole riconosciute ed accreditate, ed a far crescere una piu’ ampia associazione europea in accordo con le direttive CEE riguardante uno standard comune per il riconoscimento dei diplomi.

Successivamente sono iniziati i rapporti con il C.N.E.L (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) ed i lavori per arrivare ad un graduale adeguamento alle normative vigenti sulle professioni non regolamentate, sempre in funzione delle direttive europee.

La S.I.C.o e’stata chiamata far parte della Consulta delle Associazioni  delle professioni non regolamentate, ed ha continuato ad operare fissando i criteri per l’accreditamento delle scuole di formazione e redatto un codice etico e deontologico a cui fare riferimento.

Nel settembre 2004 la S.I.C.o ha ottenuto la personalita’ giuridica come associazione professionale di categoria, proseguendo cosi’ il cammino verso il maggiore riconoscimento e legittimazione dei suoi iscritti e della professione stessa del counselor.

Attualmente chi ha frequentato una scuola accreditata presso la Associazione, possiede i criteri per essere ammesso all’esame e lo ha superato , puo’ chiedere l’iscrizione al Registro Italiano dei Counselor Professionisti depositato presso la S.I.C.o Nazionale.

Questo il cammino compiuto in dodici anni di impegno e coinvolgimento di molti  che hanno visto nell’evolvere della professione un motivo per impegnarsi e in qualche modo rinnovarsi anche nel loro modo di lavorare.

Counseling come professione autonoma

Uno dei temi che sempre si presenta quando si inizia a parlare del counselor e del counseling, e’ quello dei confini tra l’attivita’ di counseling e la psicoterapia.

Anche se questo non rappresenta certo il motivo del nostro incontro di oggi, penso sia utile spendere alcune parole in merito, giusto per sgomberare il campo da fraintendimenti e sovrapposizioni che recano danno o quantomeno confondono, e per ribadire che il counseling e’ una professione a se stante, autonoma ed indipendente, connotata da caratteristiche che la distinguono da altre professioni.

Entrambi gli interventi di psicoterapia e di counseling hanno come obiettivo il cambiamento e perseguono il benessere della persona.

Dire che il counseling si occupa di disagi lievi, meno gravi e profondi di quelli di cui si occupa la psicoterapia, e’ corretto ma  certo non sufficiente.

Uno degli elementi che differenzia i due campi e’ rappresentato dal focus dell’intervento: mentre la psicoterapia lo pone a livello intrapsichico, il counseling lo pone a livello interpersonale e sociale.

La psicoterapia si focalizza sulle dinamiche inconsce, lavora sui vissuti regressivi, ritorna costantemente al passato per recuperare i sentimenti antichi e le vecchie emozioni che ancora irrompono nel presente creando disagio e sofferenza.

Il counseling si focalizza sul presente prendendosi carico dei disagi e delle difficolta’, lavorando sulle dimensioni interpersonali; i vissuti arcaici vengono riportati nel qui- e- ora dell’esperienza vissuta  e affrontati e risolti previlegiando le capacita’ di risoluzione autonoma dei problemi.

Il transfert, elemento fondamentale in un percorso psicoterapico, e’ presente anche nella relazione di counseling ma qui non viene interpretato, i suoi contenuti non vengono analizzati.

Di grande rilievo e’ l’alleanza che si instaura tra le due persone il counselor ed il c liente , un legame basato sulla fiducia e sul coinvolgimento reciproco che assicura la possibilita’ stessa di poter operare.

Non meno significative sono le differenze di setting e di contratto: la psicoterapia, a meno che non si parli di psicoterapia breve focalizzata, ha una durata non definibile a priori mentre il counseling e’ un percorso che si effettua in  un numero definito e limitato di incontri,

all’interno di una struttura ben precisa, concordata durante il primo incontro, quello in cui si stabiliscono  le regole fondamentali di contratto e di  setting.

Nel counseling  il contratto rappresenta un altro elemento  che lo connota in modo specifico; si tratta di un contratto psicologico composto da due aspetti, uno di contenuto ed uno di processo. Nell’area dei contenuti sono racchiusi gli obiettivi, le condizioni, il setting, le modalita’ con cui si andra’ ad operare, e nell’area del processo si ritrova la relazione, il coinvolgimento la comprensione, tutto cio’ che “passa’ tra le due persone in termini di rapporto.

Il contratto psicologico fa scaturire l’alleanza,  crea la fiducia, permette di cooperare, di metter le proprie risorse in gioco per il raggiungimento degli obiettivi.

 Figura professionale

Mi pare che possa gia’ risultare evidente che la figura professionale che vogliamo formare debba possedere caratteristiche specifiche che gli consentano di interpretare un ruolo di primaria importanza

Intendiamo parlare del counselor come di una persona capace di porsi nella relazione d’ aiuto mettendo il cliente al centro della ricerca di senso del proprio agire, aiutandolo ad apprendere ed a liberare le proprie potenzialita’.

Cosi’ come il counselor non ha di fronte a se’ un percorso prefigurato rigidamente ma un percorso  da costruire a misura di ogni cliente, perche’ e’ questo che conduce   al recupero della capacita’ di esser attore del proprio progetto; allo stesso modo il counselor dovra’ esser in grado di esser “imprenditore “ di se stesso e saper costruire il proprio percorso professionale inserito nel tempo attuale che non prevede, come e’ noto, certezze di assunzioni ne’ garanzie sociali.

La visione dell’uomo non e’ quella di vittima di un passato immobile ed intoccabile e  neppure di malato bisognoso di cure alla ricerca di chi abbia il potere di salvarlo, ma di uomo artefice del proprio destino capace di prender la propria vita in mano.

Il counselor e’ una figura che si inserisce  nella societa’ attuale, dove tempi e spazi sono modificati rispetto al passato, dove il problema va’ affrontato e risolto in tempi brevi, e la soluzione del problema va’ cercata proprio la’ dove il problema si e’ evidenziato e quindi nella persona stessa , che deve essere aiutata a  ritrovare in se’ la responsabilita’ del proprio agire e le risorse per uscire dalle proprie impasses.

I rapidi cambiamenti in corso nella societa’ richiedono di esser flessibili, di sapersi adattare a nuove esigenze cosi’ come a nuovi linguaggi e nuove  tecnologie.

Il professionista counselor deve saper gestire gli elementi di un sistema complesso e deve sapersi muovere in un’ottica sistemica orientata al futuro.

Compito della formazione e’ quello di tendere a valorizzare  le capacita’ che la persona gia’ possiede e non riesce e non sa utilizzare pienamente , fino a  fare esprimere  ad ognuno un comportamento funzionale, ecologico nel momento di vita presente  del nuovo  professionista counselor.

A mio parere c’e’ un’altra analogia  tra le dimensioni dell’apprendere e la professionalita’ del counselor.

Alberto Munari in un intervento del novembre 2003 al Somedia dopo aver analizzato i diversi modelli di apprendimento sintetizzava i fattori facilitanti dell’apprendimento:

  •  l’attivita’ del soggetto, protagonista e responsabile del proprio agire
  • l’empatia cioe’ il rapporto tra docente e allievo
  • l’ancoraggio alla realta’, al qui e ora dell’esperienza
  • il rapporto con il Sapere di tipo epico, non rapporto con il sapere calato dall’alto e recepito in modo passivo ma  il discente/esploratore che va’ alla ricerca della propria meta, proprio come il counselor ed il cliente alla ricerca di se’.

 

AssoCounseling incassa il parere favorevole del Ministero della Salute

test_portaleLa Legge del 4 gennaio 2013 conferisce alle associazioni di categoria la possibilità di iscriversi al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) a condizione che queste presentino tutti i requisiti di cui agli artt. 2, 5, 6 e 7 della suddetta Legge. Possono organizzarsi in associazioni di categoria quelle professioni che non siano organizzate in Ordini, Albi e Collegi, con esclusione delle professioni sanitarie e delle attività e dei mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio disciplinati da specifiche normative.

AssoCounseling presentava immediatamente, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della normativa, la richiesta di iscrizione all’elenco del MISE che, pur ritenendo che l’associazione potesse essere iscritta nell’elenco di cui all’oggetto, chiedeva parere al Ministero della Salute.

Il Ministero della Salute, con una nota del 24 marzo 2014 (nota che puoi scaricare integralmente), rispondeva come segue (il grassetto è nostro):

Con riferimento alla nota di codesto Ministero, concernente l’inserimento dell’Associazione AssoCounseling nell’elenco di cui all’oggetto, si rappresenta che a seguito di un attento esame sia della documentazione trasmessa nonché del sito www.assocounseling.it dell’associazione medesima, questa Amministrazione non ha evidenziato interferenze con le attività riservate agli esercenti le professioni sanitarie.

Nello specifico si rileva che sia la definizione di Counseling che gli atti caratterizzanti della professione medesima (pubblicati nel sito Internet) sono conformi a quanto stabilito dal Consiglio Superiore di Sanità con parere del 12 luglio 2011 che ha chiarito gli ambiti di competenza del Counselor.

Alla luce di quanto sopra si esprime parere favorevole all’inserimento nell’elenco previsto dell’art. 2, comma 7 della legge 14 gennaio 2013 n. 4.

Ho succintamente esposto l’iter procedurale, per poi addentrarmi nell’esame del merito della vicenda, che rappresenta sicuramente un grande successo per la nostra associazione di categoria.

In primo luogo occorre chiarire che il parere del Ministero della Salute riguarda AssoCounseling, ovvero non riguarda il counseling in generale – inteso quindi come attività professionale – ma il counseling così come declinato da AssoCounseling nella definizione, negli atti caratterizzanti e in tutti gli aspetti in cui è stato declinato (ambiti, specializzazioni, linee guida, etc.).

Questo in assoluta conformità alla normativa (Legge 4), là dove la stessa prevede che siano le singole associazioni di categoria ad essere iscritte nell’elenco. E d’altra parte non potrebbe essere che così, in quanto la Legge 4 non riconosce le professioni non regolamentate, come a volte erroneamente si legge, ma conferisce ai professionisti (di cui all’art. 1 della stessa Legge), la possibilità di organizzarsi attraverso le associazioni di categoria.

Quali sono i vantaggi di essere iscritti al MISE?

Avere avuto una seria ed approfondita disamina di tutto quello che riguarda un’associazione professionale, con assunzione di responsabilità del suo legale rappresentante, consente di garantire e tutelare il consumatore secondo criteri di trasparenza, correttezza e veridicità. L’associazione deve infatti garantire costantemente la totale veridicità di tutti i suoi dati che vengono pubblicati sul sito.

I professionisti iscritti a dette associazioni devono rispettare rigorosamente quanto richiesto dall’associazione e attenersi ai criteri di correttezza, veridicità e trasparenza. Questo aiuta anche a comprendere l’importanza, per un professionista ex Legge 4/2013, di essere iscritto ad associazioni di categoria.

La Legge non obbliga infatti i professionisti ad iscriversi a queste ultime, ma da quanto esposto, ne consegue la importanza ed anche la convenienza per il singolo professionista di far parte di associazioni serie, strutturate ed organizzate, che garantiscono la totale trasparenza in merito al loro operato e a quello dei propri soci.

Il lavoro svolto da AssoCounseling, dal Comitato Scientifico, la corretta e puntuale descrizione del counseling, la precisione dei suoi confini, la chiarezza del codice deontologico, la trasparenza del curriculum dei singoli soci, è stato determinante in questo iter.

Veniamo quindi ad esaminare il parere nelle sue parti salienti: si legge che in merito all’inserimento di AssoCounseling nell’elenco di cui all’art. 2, comma 7, […] questa Amministrazione non ha evidenziato interferenze con le attività riservate agli esercenti le professioni sanitarie: abbiamo sempre sostenuto che il counseling non è professione sanitaria, essendo professione differente dallo psicologo e dallo psicoterapeuta.

In questo iter, il sostegno ed il supporto del Colap, in particolare nella persona del suo Presidente Emiliana Alessandrucci, è stato sicuramente fondamentale. La sinergia operativa tra Colap, associazioni di categoria, Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero della Salute sta consentendo una puntuale e seria valutazione delle associazioni di professioni non regolamentate, a garanzia del cliente e del professionista.

La circostanza che l’attività di counseling come evidenziata da AssoCounseling non presenta interferenze con le attività riservate agli esercenti la professione sanitaria, ribadisce a chiare lettere che il counseling (oggetto della nostra associazione) è un’attività professionale a se stante e che non vi sono aree dubbie di ingerenza in altre professioni.

Il parere del Ministero della Salute giunge dopo un accurato ed attento esame della documentazione depositata e di tutto quanto esposto sul nostro sito.

Desidero ancora una volta evidenziare il gran lavoro svolto dal Comitato Scientifico nella compiuta descrizione degli atti caratterizzanti, descrizione che invece l’Ordine degli psicologi, nonostante i molti solleciti, non ha ancora esplicitato, dall’ormai lontano 1989, in merito alla propria professione.

Un altro aspetto molto importante è il richiamo al parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità del 12 luglio 2011, parere che introduceva l’attività di counseling, ovvero l’attività di una persona in grado di favorire la soluzione di problemi e relativi disagi che questi comportino. Infatti il Consiglio Superiore di Sanità si era già espresso in generale sulla professione del counselor, distinguendolo da quello dello psicologo.

Giova anche ricordare che nel dicembre 2013, il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP), chiedeva al Direttore dell’Area Normazione UNI, la sospensione del tavolo UNI GL7 “Figure operanti nel campo del counseling relazionale” (ovvero la norma tecnica UNI sul counseling, tuttora in itinere), avendo chiesto un parere al Consiglio Superiore di sanità e al Ministero della Salute proprio in merito al rapporto tra professioni non regolamentate ex Legge 4/2013 e professioni sanitarie.

Il Dirigente Area Normazione UNI rispondeva che non risultava “alcun pronunciamento formale da parte di Autorità competenti circa l’interferenza dei lavori normativi Uni sulle figure professionali operanti nel campo del counseling relazionale con gli ambiti di competenza riservati alla figura dello psicologo”.

Il parere del Ministero della Salute – che ripetiamo si riferisce esclusivamente ad AssoCounseling – è arrivato ed è a noi favorevole.

Mi auguro che questo plachi le animosità e le preoccupazioni espresse dagli Ordini regionali degli psicologi e dal CNOP. Mi auguro che counselor e psicologi possano collaborare insieme, come peraltro già avviene anche all’interno di istituzioni pubbliche.

Finalmente in un’ottica europea vengono premiati i professionisti che lavorano con serietà, chiarezza, trasparenza e possono avere visibilità quelle associazioni che portano avanti una politica professionale corretta e imparziale, a garanzia e tutela della professione, dei propri soci e dell’utente finale.

Essere partecipi di questo rivoluzionario percorso nell’ambito della politica professionale è per me entusiasmante. Auspico che il lavoro svolto da AssoCounseling ed il successo ottenuto sia utile anche alle altre associazioni aderenti a Federcounseling, considerata la comune visione ed impostazione.

Auguro a tutti i soci di AssoCounseling di proseguire con serenità ed impegno la propria attività professionale, ringraziando tutti per il contributo dato alla comunità professionale dei counselor di AssoCounseling.

Riconoscimenti in libertà: la Scuola quadriennale di Specializzazione in Psicoterapia

Parole, sensazioni, opinioni di chi è in cammino e di chi ha completato il percorso.

 

 

“Considero l’iscrizione e la frequenza della Scuola di Counseling della Salute un mezzo importante per la conoscenza di noi stessi e del nostro corpo attuata tramite un corso-percorso”.

Irene


“Ritengo che frequentare un Corso di Counseling significhi darsi una straordinaria opportunità di approfondimento del proprio percorso personale avendo, al tempo stesso, la possibilità di poter, un giorno, restituire la propria esperienza di vita attraverso la relazione d’aiuto”.

Elisabetta


“Per conoscermi e per conoscere. Per imparare ad aprirmi e a volermi bene. Ampliare le conoscenze e vivere la parte esperienziale”

Pier Franco

Scrivere di sè: esplorare il proprio Copione

La scrittura è un modo coinvolgente, intenso e molto efficace per fare emergere il nostro senso del vivere. Se poi si aggiungono tecniche di meditazione e fantasie guidate, è possibile immergersi in profondità e poi risalire portando con sé un’antologia di parole libere. Perché il pensiero e l’emozione diventano storia, se sono narrati e scritti.

Data: sabato e domenica, 17 e 18 maggio, 2014
Tipo di evento: Workshop
Di cosa parleremo: narrazione, Copione, consapevolezza
In aula: Giorgio Piccinino e Alessandra Cosso
Destinatari: tutti. Utile anche a psicoterapeuti e a professionisti della relazione d’aiuto.
Accreditamento: Workshop riconosciuto da AssoCounseling per n° 16 crediti formativi
Durata: 16 ore
Orario: 10.00 – 18.00
La quota di partecipazione individuale è pari a € 180
Una premessa

Due giorni dedicati all’esplorazione e all’ascolto di sé attraverso un nuovo ed efficace strumento: la scrittura creativa guidata.
Per chi ama scrivere, ma pensa di non saperlo fare. Per chi non ha paura di raccontarsi, anche se le parole che sceglierà potrebbero stupirlo. Per chi sente un sé inespresso e taciuto colmo di sussurri o di grida, anche solo da esprimere. Per chi è disposto a seguire percorsi diversi dal solito per conoscersi, sentieri poco esplorati, ma animati da fervide voci che diventano scrittura. Giusto perché tutto non evapori e si perda col tempo.

Cosa ti porterai a casa

Due giorni per un viaggio alla scoperta delle parole per narrarsi, con il solo obiettivo del piacere di ritrovarsi fra le mani un dono di sé. Esploreremo diverse tecniche, dall’autobiografia al Free Writing fino alla sintesi, per noi più utile alla conoscenza di sé: la scrittura creativa guidata.

Gli altri eventi organizzati da Giorgio

Mini-Workshop: La ferita dei non amanti – tenuto martedì 12 novembre 2013

Per conoscere meglio Giorgio vai direttamente al suo profilo

Giorgio Piccinino

Alessandra Cosso è consulente ISTUD, giornalista, docente di narrazione d’impresa Scuola Holden di Torino, dirige l’Osservatorio Nazionale di Corporate Storytelling, Università di Pavia.

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